Arte | Peggy, l’ultima Dogaressa

Arte | Peggy, l’ultima Dogaressa

di Giuseppe MASSIMINI

La collezione Peggy Guggenheim di Venezia – Palazzo Venier dei Leoni – celebra con un’ampia rassegna la “Gran dama dell’arte”

Il Museo Guggenheim di Venezia celebra fino al 27 gennaio 2020 la vita veneziana di Peggy Guggenheim. Durante tutta la vita raccolse, in maniera illuminata e libera, una delle più importanti collezioni d’arte moderna e contemporanea. Con occhio attento e ben consigliato. Grazie a Duchamp comprò il primo capolavoro, un’opera di Jean Arp. Fu solo l’inizio di una importante collezione che viene oggi ricordata a quarant’anni dalla sua morte e che segna anche i settant’anni dalla prima esposizione allestita nella sua casa veneziana, Palazzo Venier dei Leoni. La rassegna, Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa, curata dalla nipote Karole P.B Vail, attuale direttrice della collezione e da Gražina Subelytė, allinea una sessantina di opere che ripercorrono, passo passo, tutti gli eventi che hanno segnato i trent’anni trascorsi dalla “gran dama dell’arte” in laguna, dal 1948 al 1979, considerati ora autentiche pietre miliari nella storia dell’arte del XX secolo. La mostra si concentra sulle opere acquistate dal suo arrivo a Venezia, dopo la partenza da New York e il 1979, anno della morte. Il percorso, articolato in più sale, si apre con i lavori esposti, per la prima volta in Europa, alla Biennale di Venezia del 1948 su consiglio del pittore veneziano Giuseppe Santomaso. Furono i più innovativi di tutta la Biennale per la presenza di opere appartenenti soprattutto all’espressionismo astratto americano. Ma non solo.

Da sinistra, L’impero della luce di René Magritte e Sala dedicata alla scultura

La mostra segnò anche il debutto in Europa di Jackson Polock, unico artista, oltre a Tancredi che Peggy mise a contratto. Si prosegue con una doverosa citazione della prima esposizione di scultura contemporanea organizzata nel settembre 1949 a Palazzo Venier dei Leoni. A scandire il percorso una selezione di opere a rappresentare i diversi linguaggi della scultura moderna: dai lavori di Jean Arp a quelli di Costantin Brancusi, Alexander Calder, Alberto Giacometti, Henry Moore, Antoine Pevsner… La mostra si sofferma poi su una seconda fase del collezionismo della mecenate quando inizia a sostenere gli artisti italiani attivi alla fine degli anni’40 (Edmondo Bacci, Piero Dorazio, Tancredi Parmigiani ed Emilio Vedova). Le ultime sezioni sono dedicate al suo interesse per l’arte britannica, il Gruppo Cobra, fino ad un focus sull’arte cinetica e la Pop Art. Ma la mostra offre anche una rara opportunità di rivedere e ricontestualizzare celebri capolavori come L’impero della luce di René Magritte e Studio per scimpanzè di Francis Bacon. Così come le sale di Palazzo Venier dei Leoni ospitano la maggior parte delle opere acquistate prima del suo arrivo a Venezia. Un’occasione imperdibile per scoprire la storica collezione che comprende alcune rare preziosità come Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise) realizzata nel 1941 da Marcel Duchamp, il poliedrico e dissacrante artista francese. Altro punto forte della rassegna una serie di scrapbooks, preziosi album in cui la collezionista raccoglieva articoli di giornali, foto e lettere che rivelano episodi inediti della sua avvincente vita.

 

Redazione

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