Dai capolavori della Fondazione Maeght a Carlo Scarpa

Dai capolavori della Fondazione Maeght a Carlo Scarpa

di Giuseppe MASSIMINI

Verona ospita due belle mostre a Palazzo della Gran Guardia e al Museo di Castelvecchio

Dai capolavori della Fondazione Maeght a Carlo Scarpa: due belle mostre da non perdere nella città di Verona. Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori della Fondazione Maeght, Palazzo della Gran Guardia, fino al 5 aprile, è una superba incursione, con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel territtorio del più alto Novecento internazionale. Curata da Marco Goldin, la mostra si presenta come una vera e propria antologica dedicata ad Alberto Giacometti con opere che attraversano tutta la sua carriera, dagli anni giovanili in Svizzera in cui si trovò variamente vicino alle avanguardie, alla scultura primitiva e in particolare al surrealismo a cui aderì nei primi anni Trenta, fino alle opere della maturità quando approda ad una figurazione lineare e scheletrica, oggi parte dell’immaginario collettivo. Di Giacometti la mostra vanta alcune opere fondamentali della sua carriera. Domina nel vasto salone centrale della Gran Guardia Donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza; al suo fianco L’uomo che cammina. Da corona, la ricostruzione precisa e poetica dell’intera vita di Giacometti tra disegni, pitture e famose sculture come la notissima figura femminile, del 1956, detta Donna di Venezia, esposta alla Biennale veneziana di quell’anno. Ad affiancare le opere di Giacometti una trentina di capolavori di Matisse, Braque, Chagall, Mirò, Kadinsky, Derain, Leger, Bonnard e di altri artisti coevi alla permanenza dello scultore a Parigi. Sorprendente il connubio Giacometti–Calder. Sullo sfondo la storia dei coniugi Maeght: assieme riunirono una delle più importanti collezioni d’arte al mondo.

Da sinistra Noeud rouge di Kandinsky, L’homme qui marche di Giacometti e Vaso sferico di Scarpa

La mostra Carlo Scarpa. Vetri e disegni. 1925-1931, sala Boggian, Museo di Castelvecchio, fino al 29 marzo, è dedicata al più celebre architetto e designer italiano del Novecento. L’esposizione, a cura di Marino Barovier con Alba Di Lieto e Ketty Bertolaso, raccoglie una sessantina di vetri, realizzati dai Maestri Vetrai Muranesi Cappellin & C. negli anni di collaborazione con Scarpa, accostati a una trentina di disegni dell’architetto veneziano, patrimonio dell’Archivio Carlo Scarpa di Verona. Allo stesso tempo ci regala un percorso di valorizzazione dell’arte vetraria avviato nel 1960 da Licisco Magagnato con la mostra Vetri di Murano 1860-1960, allestita dallo stesso Carlo Scarpa a Palazzo della Gran Guardia. Proprio in quell’occasione, Scarpa progettò alcune vetrine per l’esposizione che ritroviamo oggi in mostra, restaurate e riutilizzate nell’allestimento dall’architetto Ferruccio Franzoia, allievo e collaboratore del maestro. Immagini d’epoca documentano momenti creativi del giovane architetto veneziano.

Redazione

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