Zaniolo ragiona da grande. Niente Europeo per tornare al top

Zaniolo ragiona da grande. Niente Europeo per tornare al top

di Gianluigi Pugliese

(foto di © Gian Domenico SALE – www.photosportiva.it)

Sono passati quasi due mesi da quel maledetto infortunio. Durante quest’arco di tempo Niccolò Zaniolo ha avuto modo di metabolizzare il trauma psicologico subìto, riflettere, consultarsi, valutare le scelte più opportune per il suo futuro. In accordo con lo staff medico della Roma e della Nazionale è stata presa la decisione di non portarlo a Euro 2020. Il numero 22 deve tornare al meglio della condizione fisica ma anche mentale e per questo ci vorrà del tempo che in genere non è inferiore ai dodici mesi. Premesso che bisogna pazientare prima della riabilitazione completa, il recupero procede alla grande e nessuno vuole accorciare i tempi.


Ci sono stati calciatori che non sono più tornati come prima, ci sono stati calciatori che invece l’hanno fatto, pochi sono stati quelli che hanno avuto un infortunio così grave proprio in rampa di lancio. Avere la testa sulle spalle è veramente la cosa più importante. La consapevolezza dei propri mezzi, la professionalità, la spensieratezza e l’istinto della gioventù devono essere gli ingredienti che permettono a Zaniolo di tornare quantomeno come prima e ripartire da dove aveva lasciato; da quella giocata di settanta metri contro la Juventus.
Una cosa è certa: facciano un passo indietro tutti coloro i quali avevano pensato che il ragazzo fosse un fulmine a ciel sereno, un esaltato o poco avvezzo ad allenarsi solo perché una volta durante il ritiro con la nazionale – insieme al compagno di squadra Kean – è arrivato in lieve ritardo al campo d’allenamento. Scoppiò una polemica senza senso che per fortuna durò poco perché il talento giallorosso zittì tutti segnando a ripetizione le domeniche successive ed esultò tappandosi le orecchie come a dire “non sento voci al di fuori di quelle dello stadio”. Zaniolo è un professionista. Ha vent’anni ma è un veterano, un figlio di un’altra generazione. Chi è giovane e italiano è bersaglio di critiche premature, nonchè primo sulla lista dei cattivi quando le cose vanno male perché affetto dalla patologia della discontinuità. No, il Ragazzo di Massa è forte soprattutto caratterialmente. La personalità, la continuità di rendimento, l’intelligenza calcistica sono presenti in pianta stabile e questo agglomerato, se non si ha la testa sulle spalle, oggi c’è ma domani svanisce. Dare ogni volta il meglio di sè lasciando per strada il goal o la giocata della settimana precedente. Tutto ciò i tifosi lo hanno notato e apprezzato da subito.
I lunghi giorni di inattività gli avranno fatto capire tante cose, forse ancor di più rispetto a quelle apprese in campo. La crescita passa anche da quì.
Se tutti i mali non vengono per nuocere, questo tempo è stato utile per ammutolire gli sciacalli e per far capire ancora una volta il suo valore alla sua gente (se mai ce ne fosse bisogno).

Redazione

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