Stendardo: “Tutelare il diritto alla salute. Taglio agli stipendi dei calciatori possibile solo in un caso”

Stendardo: “Tutelare il diritto alla salute. Taglio agli stipendi dei calciatori possibile solo in un caso”




Guglielmo Stendardo, ex difensore della Lazio e oggi avvocato, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Siamo ovviamente tutti in attesa degli sviluppi della situazione legata al coronavirus che non ha colpito solamente il nostro Paese. Ma il campionato italiano è auspicabile possa riprendere, innanzitutto per salvare la sua regolarità. Terminarlo magari anche prorogando il termine dei contratti e posticipando la stagione, se non si giocassero tutte le partite previste dal punto di vista giuridico si dovrebbe affrontare un vuoto normativo.




Le ipotesi che la FIGC sta vagliando riguardano la non assegnazione dello Scudetto, il congelamento della classifica e i play off e i play out. Ovviamente nessuna delle tre ipotesi convincerebbe tutti, ci sarebbero sempre degli scontenti. La soluzione ideale, virus permettendo, sarebbe quella di riprendere il campionato e concluderlo regolarmente.

Quello che in questo momento le società stanno guardando sono i bilanci, con la pandemia attuale le società stanno preparando delle proposte economiche che saranno avanzate oggi nella riunione di Lega. Si parla di 700 milioni di danni che dovranno essere ammortizzati con una proposta di riduzione degli ingaggi, una revisione della Legge Melandri sui diritti tv e sul divieto di sponsorizzazione per le scommesse, agevolazioni per la realizzazione di nuovi impianti e defiscalizzazione di nuovi capitali venendo dall’estero. Servirà secondo me un intervento del Governo per rilanciare l’ambiente dando sempre la precedenza al diritto alla salute pubblica.




Per il momento che stiamo vivendo i giocatori che guadagnano un certo tipo di ingaggi farebbero una gran cosa, a livello morale, se autonomamente devolvessero una parte dei loro guadagni a scopi benefici. Oltre all’analisi morale devo fare però anche un’analisi giuridica, e a livello giuridico le ipotesi finora avanzate dalla Lega Calcio sono prive di fondamento. L’articolo 5 dell’accordo collettivo prevede la sospensione dello stipendio per violazioni contrattuali da parte del giocatore (divieto di scommesse, sanzioni della giustizia sportiva, etc.). Senza queste inadempienze la sospensione dello stipendio risulta priva di fondamento giuridico, altre azioni secondo l’articolo 13 dell’accordo collettivo porterebbero alla rescissione del contratto.

Se Sky pagherà i diritti, gli sponsor continueranno a pagare e il campionato continuerà, non ci saranno presupposti per un taglio degli stipendi. Se ci fosse una sospensione definitiva del campionato le società potrebbero chiedere la restituzione della prestazione economica già erogata o chiedere ai calciatori la “reductio ad equitatem” per eccessiva onerosità sopravvenuta. Ovvero, senza gli introiti previsti a causa dell’interruzione del campionato, io società posso chiedere la riduzione dello stipendio. Ovviamente stiamo parlando solo della Serie A, sui calciatori che non guadagnano cifre importanti si discuterebbe su presupposti diversi.




Redazione

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