Arte | Magnani, un mecenate al servizio della bellezza

Arte | Magnani, un mecenate al servizio della bellezza




di Giuseppe MASSIMINI

Oltre 100 opere alla Fondazione Magnani – Rocca a Mamiano di Traversetolo raccontano e celebrano la figura di un grande collezionista del primo novecento




Un solo dipinto, il grande quadro di Francisco Goya La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784), uno dei ritratti di corte più rivoluzionario di tutta la storia della pittura, vale un viaggio a Mamiano di Traversetolo, Parma, dove è in corso, fino al 13 dicembre, alla Fondazione Magnani-Rocca la mostra L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori. Si racconta la figura e gli interessi di Luigi Magnani (Reggio Emilia 1906, Mamiano di Traversetolo 1984) grande collezionista e fine intellettuale nella cultura italiana del primo Novecento. Amico di pittori, musicisti, letterari e aristocratici fece della sua casa-museo un vero Pantheon dei grandi artisti di ogni epoca; un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di opere dai grandi maestri del passato all’età contemporanea. La mostra, curata da Stefano Roffi e Mauro Carrera, mette insieme capolavori della sua collezione con le opere di tanti altri artisti, da lui amati e frequentati, provenienti da prestigiosi musei e collezioni private. Sono oltre 100 tra dipinti e documenti autografi dei maggiori esponenti del mondo dell’arte, della letteratura e della musica. La sua grande passione per la musica è testimoniata da omaggi pittorici dei più grandi artisti italiani del Novecento da Severini a Campigli, da de Chirico a Guttuso fino alle opere più recenti di Pistoletto e Parmiggiani. Da cornice, preziosi strumenti musicali antichi svelati eccezionalmente al pubblico.

Da sinistra – La famiglia dell’infante don Luis di F. Goya, -W Mozart di F. de Pisis, – Il cavaliere in rosa di G.B. Moroni

Il nucleo contemporaneo è dominato da ben cinquanta opere di Giorgio Morandi, riunite durante la vita del pittore all’interno di un rapporto di stima e di amicizia con Magnani. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti intensi e drammatici. Spiccano, inoltre, un importantissimo  Sacco di Alberto Burri del 1954 e considerevoli sculture di Giacomo Manzù e Leoncillo. Fra i non italiani presenti Cézanne, Renoir, Matisse, de Staël, Fautrier e Hartung. L’amore che Luigi Magnani portava per i grandi maestri del passato è scandito da tre splendide Madonne col Bambino di Filippo Lippi, Albrecht Dürer e di Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra e da altri due dipinti nodali della storia dell’arte: il preziosissimo Stimmate di San Francesco di Gentile da Fabriano e l’indimenticabile Sacra conversazione di Tiziano (1513). Completano la rassegna altri dipinti che Magnani tentò di acquistare senza successo. Come Il Cavaliere in rosa, uno dei capolavori assoluti della ritrattistica cinquecentesca, gemma di Palazzo Moroni a Genova, individuato da Magnani quasi come un suo ideale ritratto.




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