L’intervista: Giovanna Gallo, racconto la mia vita come in una favola

L’intervista: Giovanna Gallo, racconto la mia vita come in una favola

di Giuseppe MASSIMINI

Agli inizi della sua pittura la ricerca del vero. Poi vagamente naif, infine, come ha scritto Luigi Romagnoli, “surreale e di sottile ironia”. Nelle sue opere traspare un desiderio quasi fiabesco di umanizzare l’ambiente. Sogno e realtà si inseguono come per incanto in un vissuto quotidiano. Ci incontriamo nello studio, nelle vicinanze della Basilica di San Paolo. Rivedo volentieri alcuni dipinti storici: Musicanti, Donne-fate con tetti di case per cappello, Vele. “Fanno parte della mia collezione privata, dice”. 

Ricordi il tuo primo dipinto?

Sì. Un disegno a pastello di alberi sognanti.

Quando ti sei avvicinata al modo dell’arte?

 Alla fine del liceo visitavo continuamente mostre di arte antica e contemporanea. Questo mi stimolava ancora di più a dipingere finche mi si presentò l’occasione di partecipare ad una mostra collettiva. Da allora ho sempre continuato a dipingere.

Dopo questo primo passo come si è svolto il tuo percorso?

E’ stato difficile scegliere tra le diverse opportunità. Ho scelto quello che maggiormente mi lasciava libera da condizionamenti di mercato che avrebbe diversamente indirizzato la mia produzione artistica. Racconto la mia vita come in una favola.

Quali sono i tuoi punti di riferimento?

Tanti e nessuno. Spesso mi faccio guidare dall’istinto. Anche se non trascuro tutto quello che accade nel mondo dell’arte.

Da sinistra, Vele umanizzate, Tramonto, in alto Case umanizzate

Da sempre usi il colore come soggetto trainante delle tue opere. Perche?

Il colore mi dà sempre una emozione forte fino a farmi sentire pienamente creativa. E’ l’elemento fondamentale e di raccordo di ogni mia composizione. 

Ti  senti un’artista arrivata?

Si arriva sempre a dei traguardi. Ma noi artisti non abbiamo traguardi… è un continuo ricercare.

Esiste una continuità tra i tuoi primi lavori e gli ultimi?

Spesso mi rimetto in discussione. Ma seguo sempre un mio filo conduttore.

In questi ultimi anni usi molto i colori a pastello. Perche?

Rispolvero un antico amore che non ho mai abbandonato. Risale agli anni della mia formazione quando frequentavo la Scuola Libera del Nudo.

Redazione

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