Intervista a David Di Michele: “sarei felice di allenare un giorno in Serie A”

Intervista a David Di Michele: “sarei felice di allenare un giorno in Serie A”

di Simone Ducci

L’ex attaccante di Serie A e Nazionale David Di Michele ha rilasciato una lunga intervista ai nostri microfoni, durante la quale ha parlato del calcio dilettantistico, fornendo alcuni consigli ai calciatori più giovani.

Un parere sui campionati dilettantistici. Ci sono allenatori e giocatori tecnicamente e tatticamente validi?

“Anche nel calcio dilettantistico ci sono giocatori interessanti e di qualità, che possono far bene nel professionismo. Ciò che può venire a mancare è magari la mentalità del lavoro perché tra i dilettanti ci si può adagiare su alcune cose mentre nel professionismo si deve sempre rimanere sul pezzo. Ci sono poi allenatori molto preparati che hanno idee importanti e lo dimostrano quando arrivano in Lega Pro, proponendo un calcio di livello. In questo momento il calcio sta puntando molto sugli allenatori e questo è a favore di noi giovani allenatori”.

Pensi di essere pronto a sederti su panchine di Serie B o magari di Serie A, visti i numerosi allenatori giovani presenti?

“Bisogna prima dimostrare tanto in Lega Pro e in Serie B per poter arrivare in A. Io ho avuto solo un’esperienza in Lega Pro e quindi dovrò ancora migliorare. Ancora non posso allenare perché devo prendere il UEFA A e poi fare il master per poter allenare in A. Se troverò in futuro la possibilità di allenare sarò felice di farlo”.

C’è qualcuno a cui ti ispiri?

“Ammiro tanto Spalletti perché mi ha allenato e mi piace come fa giocare le squadre e ammiro la sua idea di calcio. Mi piace che la mia squadra giochi a calcio e cerchi di offendere tanto, facendo un bel gioco. Nel calcio di oggi penso sia importante giocare a pallone senza mai buttarlo. Ciò agevola sia un allenatore sia la squadra. Una volta che si mette in campo la squadra con le giuste opzioni bisogna avere la fortuna e la bravura che tali opzioni siano messe in campo la domenica dai ragazzi. Questa è la mia idea di calcio, poi ci saranno partite meno belle ma la mia idea è che la maggior parte delle partite siano belle”.

C’è una squadra che ti piacerebbe allenare un giorno?

“Dirne una è difficile anche perché ce ne sono tante che giocano bene in Serie A. Sarebbe facile dire Roma, Inter, Milan e Napoli. Quest’ultima in questo momento gioca secondo me il miglior calcio d’Italia.

Qual è il segreto per diventare un grande calciatore? Che consiglio daresti ai giovani calciatori?

“Non c’è un segreto vero e proprio: ci sono tanti fattori. Non bisogna arrendersi mai, nel bene e nel male. Bisogna essere determinati. Non bisogna cullarsi quando le cose vanno bene perché si perde di vista l’obiettivo. I grandi campioni ogni anno si mettono sempre in discussione, vedi i vari Higuain, Messi e Ronaldo. Ciò vale anche per i giovani che vogliono ambire a palcoscenici importanti”.

Perché molti giovani si perdono, pur avendo le qualità giuste?

“In questo calcio la difficoltà grande nelle Giovanili è il mantenere i giusti equilibri. Il ragazzo promettente può perdere di vista il suo bene poiché viene circondato da amici, genitori, procuratori e parenti che non fanno altro che fargli complimenti: è facile essere bravo a 12 anni, il difficile è mantenersi. Un ragazzo di 12 anni può perdere facilmente la testa”.

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

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