Ritorno al passato per Santi Rodriguez: “Sfidare il Latina da ex è una carica in più”

Ritorno al passato per Santi Rodriguez: “Sfidare il Latina da ex è una carica in più”

testo e foto di Matteo Ferri – Ufficio stampa Anzio Calcio 1924

Tra i tanti ex in campo domenica prossima, nella seconda sfida stagionale tra Anzio e Latina, Santiago Rodriguez è quello che attende con maggiore trepidazione l’incrocio con il suo recente passato. Uruguayano, classe 1998, cresciuto nel settore giovanile del Rentistas (società di Montevideo attualmente in Segunda Division), Rodriguez è arrivato in Italia proprio grazie al club nerazzurro, col quale ha disputato due stagioni nel campionato Primavera: “Ritrovare degli amici come Bortolameotti e Barberini fa sempre piacere, sfidare una squadra con la quale hai giocato ti dà delle motivazioni in più e personalmente non vedo l’ora che arrivi domenica”. Due gol il primo anno, otto il secondo alla corte di mister Ghirotto, un bilancio che non ha permesso a Rodriguez di centrare almeno una convocazione in prima squadra la scorsa stagione: “Sono andato molto bene fino a dicembre, ma in quel periodo il Latina era in una buona posizione di classifica in Serie B e davanti c’erano grandi giocatori, per cui era più difficile trovare spazio per noi giovani. Purtroppo sappiamo tutti come è andata a finire, la stagione è diventata davvero complicata per motivi extracalcistici, ma l’esperienza mi è servita per imparare ad essere sempre pronto, anche in mezzo alle difficoltà”. Alla sua prima annata tra i grandi, Rodriguez ha collezionato otto presenze, tre delle quali da titolare ed è ancora alla ricerca della prima rete: “Sono venuto qui ad Anzio perché mi ha voluto il direttore, Enzo Passarelli, che ricopriva lo stesso ruolo nel settore giovanile del Latina. Devo dire che la differenza tra Primavera e Serie D è enorme, gli avversari sono più forti fisicamente, più rapidi e il ritmo della partita è completamente diverso”. Manca il gol ma non la grinta, tipica dei sudamericani: “L’atteggiamento in campo è figlio di una mentalità più generale. In Uruguay le persone non si fermano mai, in qualsiasi partita vedi sempre giocatori che corrono e sono aggressivi fino alla fine, questo è il nostro modo di interpretare il calcio”.

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *