Intervista ad Alessandro Carta, il personal trainer dei portieri

Intervista ad Alessandro Carta, il personal trainer dei portieri

di Lorenzo Petrucci

Alessandro Carta, un nome una garanzia, il personal trainer dei portieri. Conosciuto da tutti nel mondo del calcio, in particolare da chi, giovane o meno, fa il portiere di professione.
Un passato da calciatore e una carriera, ormai decennale, da personal trainer dei portieri.
Sotto i suoi insegnamenti sono cresciuti e sono sbocciati portieri che hanno fatto e stanno facendo la fortuna del calcio nazionale.

Quali sono i tuoi inizi da preparatore atletico?
“Ho iniziato al centro tecnico federale all’Acquacetosa per tre anni occupandomi dell’attività di base come responsabile della preparazione dei portieri, per poi passare alla Lodigiani in C1 e per ultima fino dal 2002 al 2012 sono stato alla Lazio come responsabile dei preparatori dei portieri prima della Primavera e poi dell’Under17 . Prima di essere un preparatore sono un professore di educazione fisica e prima di essere stato un portiere professionista sono stato un ex ginnasta e fin dalla mia esperienza alla Lodigiani ho introdotto la ginnastica artistica nella preparazione del portiere di calcio e ciò sposava benissimo come metodo.”

La tua carriera da personal trainer dei portieri è ormai pluridecennale, chi sono stati i migliori che reputi di aver allenato?
“Proprio ai tempi della Lodigiani sono usciti i primi exploit, per esempio Rosati che ha fatto una grandissima carriera nella Fiorentina, Perugia e Lecce. Alessandro De Angelis, classe ’85, che fino all’Under 20 era sempre lui il titolare in Nazionale.
Con quest’ultimo poi ci siamo ritrovati alla Lazio Primavera di Alberto Bollini come allenatore e lì c’era un portiere molto forte classe ’84, Alessandro Boccolini che poi ha esordito in Serie A con l’Ascoli.
Fino a proseguire con Simone Santarelli classe ’88, Alessandro Berardi classe ’91 che ora sta giocando al Bari dopo aver militato per tanti anni in Serie C col Messina e poi ho cresciuto Guido Guerrieri, quest’ultimo da piccolissimo fino agli esordi in Prima Squadra e Umberto Basile classe 2000 con la Lazio fino all’Under15 e che ora si sta facendo strada benissimo in Serie C al Piacenza.”

Adesso invece?
“Da alcuni anno sono fuori dal giro principalmente perché io seguivo il filone italiano dei portieri e nulla togliere a Strakosha che sta facendo un campionato eccezionale con la Lazio, però oggi si crede meno al portiere italiano e non a caso la Nazionale Italiana non si è qualificata al prossimo Mondiale. Io assicuro che Guido Guerrieri avrebbe avuto sicuramente risultati migliori rispetto a Strakosha, quindi mi aspetto che Simone Inzaghi lo faccia esordire presto.”

Com’è la vedi la nuova generazione dei portieri italiani?
“Abbiamo portieri importanti però nelle migliori squadre italiane giocano stranieri. Nella finale scudetto Primavera dello scorso anno tra Inter e Fiorentina c’erano in entrambe le squadre sette/undicesimi non italiani. E’ la storia degli ultimi 20 anni in Italia. Fino alla Primavera io toglierei i giocatori stranieri.”

Rispetto a qualche anno fa, quanto e come è cambiato il ruolo del portiere?
“C’è stata inevitabilmente un’evoluzione a partire dal 1992 quando è stata tolta la possibilità al portiere di riceve con le mani il retropassaggio di un compagno di squadra e da lì c’è stata la necessità di allenare il portiere in maniera diversa anche con i piedi e ed essere un giocatore in più. Poi dai Mondiali del 2014 con le grandi prestazioni di Neuer quasi come libero aggiunto, gli allenatori che avevano questa visione di gioco hanno chiesto al proprio portiere di giocare nella propria metà campo. Uno di questi è Simone Inzaghi che in tal senso ha fatto crescere e maturare molto Guerrieri che è molto bravo anche con i piedi.”

Spesso si dice che per costruire una squadra si parte dal portiere, sei d’accordo?
“Nel calcio la spina dorsale di una squadra è portiere, difensore centrale, regista e attaccante. Oggi, anche in società di serie minori, viene richiesto un portiere giovane ma già  mentalmente maturo. Il portiere è il numero uno, la sua scelta deve essere ponderata, deve essere un giocatore che non deve mai sbagliare e il primo tassello quando si costruisce una squadra.”

Il tuo ottimo lavoro sui portieri è conosciuto in ogni dove, quanto sei soddisfatto di questa considerazione?
“Sono soddisfattissimo di questo, mi manca naturalmente il calcio giocato vero e la squadra ma ha spesso delle richieste dalla Serie D e Serie C, però economicamente non riusciamo ad accordarci e allora preferisco allenare individualmente i portieri tramite la mia scuola.” 

Come funziona la scuola di portieri di cui sei a capo?
“Lavoro con un portiere alla volta, quindi rapporto one to one e mi definisco il personal trainer dei portieri di calcio. Allena giovani portieri del 2009 ad adulti di 30/32 anni. Sono tutti ragazzi che migliorano tanto perché ad ognuno strutturo un programma fisico, tecnico e caratteriale e con questo garantisco una crescita immediata e per il futuro del portiere. Ho scritto assieme a Gino De Luca anche un libro: il manuale tecnico del portiere di calcio.”

Per te com’è il modello del portiere ideale?
“Per me è Guido Guerrieri, cioè un portiere che è sereno, tranquillo e che garantisco ad alti livelli. E’ un portiere bravissimo tecnicamente che anche in Nazionali giovanili si è fatto strada e che recentemente è stato inserito dalla Lazio come secondo portiere nella lista Uefa e come terzo Cirillo, un classe 2001, che mi fa molto piacere.”

In merito agli anni trascorsi alla Lazio hai un aneddoto da raccontare?
“Posso citarne uno sempre con Guerrieri. Un giorno avevo sostituito il collega Antonello Belli in una giornata di allenamento con i Giovanissimi Provinciali nel 2009. E proprio quel giorno conobbi Guerrieri che faceva tutto quello che chiedevo e in maniera completa, a fine allenamento gli dissi che lui aveva un dono, quello della semplicità, sa rendere semplici le cose difficili.”

Tra i giovani portieri in circolazione chi vedi con maggiori qualità e possibilità di affermazione?
“In giro ci sono molti ’98 che si stanno facendo strada. A Latina c’è Bortolameotti e Luca Borrelli, Rausa classe ’99 che ha già fatto partite in Serie B lo scorso anno sempre a Latina e col Carpi, Edoardo Davino classe ’97 attuale secondo portiere della Cremonese, Lazzari della Lupa Roma che sta parando rigori su rigori, Cotticelli come terzo portiere in Serie A a Benevento e Umberto Basile classe 2000 che ha sempre fatto bene nelle precedenti esperienze alla Lazio, alla Tor Tre Teste, all’Ancona e ora al Piacenza Berretti, tanto da essere recentemente convocato come terzo in Prima squadra.”

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

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