Calciatori per l’Unicef, parla Mancini: “per ora mi piacerebbe più allenare all’estero che in Italia”

Calciatori per l’Unicef, parla Mancini: “per ora mi piacerebbe più allenare all’estero che in Italia”

di Lorenzo Petrucci

A margine dell’evento odierno “Calciatori per l’Unicef” tenutosi presso l’auditorium A. Farina di Roma l’ambasciatore Unicef ed allenatore di calcio, tra le quali Lazio, Inter e Manchester City, Roberto Mancini ha parlato davanti a una folta platea di giornalisti.

Non si è fatta attendere la domanda sul suo futuro, col tecnico Jesino che ha risposto in questo modo: abito a Roma quindi resto qui sicuro, quello che sarà il mio futuro non lo so, al momento non c’è niente di concreto e non si può smentire ogni volta che esce qualcosa anche perché altrimenti uno dovrebbe stare tutti i giorni a parlare.”

Sulle tre figurine Panini (Bologna, Sampdoria e Lazio) da lui autografate che verranno poi vendute in aste a partire dal mese di aprile: “Sono state le tre principali squadre con cui ho giocato, quindi sono stato molto felice e mi ha fatto molto piacere rivedere quelle figurine.”

Diretta la domanda se sarebbe mai disposto ad allenare la Roma: “sono un professionista e faccio l’allenatore e questi a volte vanno dove meno se li aspettano, come ho già detto non posso smentire una squadra o l’altra e anche i giornali sono pieni notizie che sono a volte vere altre volte no.”

Sulla domanda se allenerebbe la Roma nonostante il suo passato nella Lazio ha risposto prontamente: “stiamo parlando del niente e non c’è nulla.”

Se gli piacerebbe allenare più in Italia o all’estero Mancini non ha perso tempo a rispondere: “all’estero, mi piacerebbe fare un’esperienza in un altro Paese che non siano l’Italia e l’Inghilterra dove sono già stato. Mi piacerebbe però poi le cose non accadono. Quest’anno mi sono fermato e dal prossimo vorrei lavorare.”

Andrebbe mai ad allenare al Leicester prendendo il posto di un altro italiano come Ranieri: “Io al Leicester ci ho anche giocato e sono anche un loro tifoso ma non ci sono mai stati contatti.”

Sulla recente polemica di Sarri su un orario di gioco spesso differente: “Personalmente sono più affezionato al “calcio delle 15″, quello di una volta, anche perché poi porta anche un numero maggiore di persona allo stadio. In Inghilterra, dove ho allenato, le partite ci sono principalmente il sabato, come era anche una volta in Italia oltre al famoso Monday night e a una partita delle 12:30 del sabato che ha comunque seguito.”

Sulla Nazionale azzurra e un suo futuro da Ct: “Io penso che l’Italia possa avere una buona Nazionale e forse anche prima del 2020 come Buffon ha detto, perché vedo molti giovani bravi che verranno fuori ed è possibile. Fare l’allenatore della Nazionale è una cosa molto importante che potrebbe riguardare tutti e anche me.”

Un commento sull’allenatore della Lazio Simone Inzaghi: “Simone è stato un mio compagno e un mio giocatore e sono contento per quello che sta facendo, è un bravo ragazzo e credo che si sia applicato molto per questo e sono contento che le cose gli stiano andando bene.”

Sulla piazza di Roma spesso nominata come difficile da gestire: “Penso che sia sempre la stessa, sia la sponda giallorossa che quella laziale è esigente anche perché negli ultimi anni hanno raggiunto traguardi importanti.”

Un commento sul rapporto Pioli-Suning all’Inter:” penso che Pioli sia stato bravo perché ha riportato un pò di normalità all’Inter e poi ha fatto risultati che la squadra merita.”

Su un futuro nel calcio asiatico: “A me la Cina ha già chiamato in passato ma in questo momento è un pò lontana ma nella vita non si sa mai.” 

Infine sul proseguo nel suo ruolo di ambasciatore Unicef: “Proseguirà come sto facendo ora, con appuntamenti come quello di oggi e il mio viaggio in Giordania incontrando molte persone importanti che possano aiutare l’Unicef a cercare di migliorare sempre 

Lorenzo Petrucci

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