Kim Onlus e Cerveteri insieme per una giornata di beneficenza
Cuori grandi, come un pallone da calcio , al campo Galli di Cerveteri, dove la squadra Genitori sfida quella composta da Mister e Dirigenti, in una partita a sfondo benefico, a favore della Kim ONLUS, un’associazione che si autofinanzia e che vive – anzi sopravvive – di donazioni e proventi dei manufatti che mamme e figli realizzano all’interno di questa amichevole casa famiglia a Roma in via di Villa Troli, 46; che cura e ospita bambini malati, con una gran parte di casi di livello oncologico, sorridenti e sempre allegri: nonostante le prove che quotidianamente affrontano, nonostante lontani dal loro paese di origine. Così ecco che persone, semplicemente persone, come Luca, il presidente del Cerveteri, la nota squadra di calcio, aiutato dai suoi fidati responsabili Mauro e Paolo e che assieme a lui mandano avanti questa bella attività sportiva, organizzano una partita di calcio tra due insoliti agonisti, i mister delle varie categorie ed i genitori dei ragazzi che frequentano la società sportiva Cerveteri. Questa volta, però, non per punti o per una qualificazione, semplicemente per amore di chi ha bisogno.
Così eccoci qui: i bambini della Kim ai lati del campo a fare il tifo, anche loro con la maglia ed il nome e questi 25/30 calciatori in campo. Tutti felici: alcuni con qualche anno di lontananza dalla loro ultima partita, altri ancora in attività anche se mister e padri contemporaneamente, a tempo pieno, tuttavia sono presenti a dare spettacolo, tra le risate ed i commenti degli astanti dato che stavolta al loro posto, trovano i figli o i loro allievi a dire la loro, proprio come fanno di solito loro nel corso delle partire o degli allenamenti.
Cuori grandi in campo: ognuno dà il massimo per onorare questo evento nel migliore dei modi e nel massimo della sportività, fino all’ultimo secondo, fino al fischio finale, consapevoli di far parte di qualcosa di grande.
Poi chi segna, poco importa. E anche se dovessero vincere i genitori o i mister, l’unico vero risultato sarà la somma delle donazioni che permetteranno all’associazione di avere un aiuto in più, anche perché da un po’ di tempo, nessuno più finanzia la Kim se non i volontari donatori ed i gruppi che fanno gratuitamente il loro nei vari settori, sia nelle casa, sia negli ospedali, dove questi piccoli amici – a volte di soli pochi mesi -, si ritrovano a dover fare chemioterapia o radio, o simili.
Finché non lo vediamo con i nostri occhi sembra una brutta favola, anche male raccontata, ma purtroppo qui di favoloso, ci sono solo i sorrisi di questi piccoli guerrieri che riescono a cantare dopo la quattordicesima operazione, che riescono a sdrammatizzare scherzando sulla loro patologia o addirittura a riderci su assieme ad altri. Se pensate, poi, che tutto questo avviene solo sotto le feste di Natale, dove la preoccupazione più grande è cosa si prepara o si indossa per la Viglia di Natale, o ancora, quale regalo fare, tutto acquista un senso diverso.
E se prima il futile ci sembrava essenziale, ora veramente possiamo imparare da questi bambini, perché anche se sembra assurdo – alla fine dei giochi – dobbiamo ringraziarli: perché siamo noi, al termine della giornata, ad uscirne arricchiti, perché per quanto noi possiamo fare per loro, non è mai pari a quello che loro ci danno.
Così eccoci qui: i bambini della Kim ai lati del campo a fare il tifo, anche loro con la maglia ed il nome e questi 25/30 calciatori in campo. Tutti felici: alcuni con qualche anno di lontananza dalla loro ultima partita, altri ancora in attività anche se mister e padri contemporaneamente, a tempo pieno, tuttavia sono presenti a dare spettacolo, tra le risate ed i commenti degli astanti dato che stavolta al loro posto, trovano i figli o i loro allievi a dire la loro, proprio come fanno di solito loro nel corso delle partire o degli allenamenti.
Cuori grandi in campo: ognuno dà il massimo per onorare questo evento nel migliore dei modi e nel massimo della sportività, fino all’ultimo secondo, fino al fischio finale, consapevoli di far parte di qualcosa di grande.
Poi chi segna, poco importa. E anche se dovessero vincere i genitori o i mister, l’unico vero risultato sarà la somma delle donazioni che permetteranno all’associazione di avere un aiuto in più, anche perché da un po’ di tempo, nessuno più finanzia la Kim se non i volontari donatori ed i gruppi che fanno gratuitamente il loro nei vari settori, sia nelle casa, sia negli ospedali, dove questi piccoli amici – a volte di soli pochi mesi -, si ritrovano a dover fare chemioterapia o radio, o simili.
Finché non lo vediamo con i nostri occhi sembra una brutta favola, anche male raccontata, ma purtroppo qui di favoloso, ci sono solo i sorrisi di questi piccoli guerrieri che riescono a cantare dopo la quattordicesima operazione, che riescono a sdrammatizzare scherzando sulla loro patologia o addirittura a riderci su assieme ad altri. Se pensate, poi, che tutto questo avviene solo sotto le feste di Natale, dove la preoccupazione più grande è cosa si prepara o si indossa per la Viglia di Natale, o ancora, quale regalo fare, tutto acquista un senso diverso.
E se prima il futile ci sembrava essenziale, ora veramente possiamo imparare da questi bambini, perché anche se sembra assurdo – alla fine dei giochi – dobbiamo ringraziarli: perché siamo noi, al termine della giornata, ad uscirne arricchiti, perché per quanto noi possiamo fare per loro, non è mai pari a quello che loro ci danno.
Anche solo con un sorriso.
Guarda la fotogallery dell’evento del 27 dicembre che ha coinvolto l’Associazione Kim ONLUS e il Cerveteri