Sonno e sogni: Sognare fa bene alla mente

Sonno e sogni: Sognare fa bene alla mente

di Chiara Carlini

“I sogni sono la via verso la conoscenza dell’inconscio”, diceva il padre della psicoanalisi Sigmund Freud.  Il sonno, oltre ad esprimere benessere fisico e psicologico, ha anche un’importante funzione per lo sviluppo cognitivo. Per l’appunto, un ruolo importante lo hanno  i suoi “guardiani”, i sogni. Il dormire bene e il corretto ritmo nell’alternarsi con la veglia esprimono benessere  fisico e psicologico. Mentre dormiamo, fluttuiamo tra periodi di rapidi movimenti oculari (REM) e periodi di assenza di movimenti oculari (NREM). Gli studiosi hanno esaminato i sogni negli esseri umani durante il sonno NREM e circa la metà di questi sogni include almeno un riferimento a esperienze recenti avvenute durante le ore di veglia.  I sogni più vividi e più lunghi avvengono durante il sonno REM ma è assodato che il sonno NREM  è importante per il consolidamento e l’apprendimento. Non a caso Michael Corballis nel libro ‘La mente che vaga’ afferma che “la cosa migliore dopo aver studiato per un esame è dormirci sopra”. Di notte, mentre la parte cosciente dell’individuo dorme, il cervello resta attivo ed effettua una sorta di backup delle attività cognitive diurne. Questo processo permette di riordinare, collegare e utilizzare meglio le informazioni ricevute e le esperienze del giorno anche favorendo un migliore apprendimento successivo quando sarà di nuovo sveglio.

 

I BAMBINI E I SOGNI. La Dott.ssa Simonetta Gentile, Responsabile dell’Unità Operativa di Psicologia Clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, spiega che sognare nel bambino fin dai primi giorni di vita è una delle funzioni primarie che, oltre a soddisfare un bisogno dell’organismo, si inserisce nella complessa relazione-interazione con le figure di riferimento e assume il significato di adattamento alla propria crescita e al proprio ambiente, favorendo un sano sviluppo del Sé. I bambini sognano molto anche se in genere possono ricordare i sogni solo dopo i 3 anni, quando dal punto di vista neurobiologico le strutture preposte alla memoria maturano. “I primi sogni che raccontano sono sogni di desiderio legati alle esperienze reali del giorno – afferma la dott.ssa Gentile – e a desideri non facili da soddisfare. I sogni sono i guardiani del sonno, aiutano a rappresentare come in un film esperienze e conflitti rendendoli così semplici e “accettabili”, liberi di ansia in modo che il sonno non sia disturbato da angosce e possa continuare. I sogni sono frutto della nostra vita intrapsichica, della nostra creatività, come dei film da noi scritti diretti ed interpretati in cui esprimiamo i nostri aspetti meno conosciuti, inconsci”.

Redazione

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