La natura ama nascondersi. Dal 26 aprile torna a Reggio Emilia Fotografia Europea

La natura ama nascondersi. Dal 26 aprile torna a Reggio Emilia Fotografia Europea

di Giuseppe MASSIMINI

 Dal 26 aprile al 9 giugno torna a Reggio Emilia Fotografia Europea 2024, lo storico festival della fotografia internazionale promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna. La natura ama nascondersi è il tema della XIX edizione scelto dalla direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart. La rassegna, articolata in più sedi espositive, ci invita a riflettere, tra mostre di grandi fotografi e di giovani esordienti, sul rapporto  tra uomo e natura. Nella sede storica di Palazzo Magnani la prima retrospettiva, mai presentata in Italia, della fotografa americana Susan Meiselas,  nota soprattutto  per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale (1978-1983). La mostra, intitolata Mediations, raccoglie una selezione di opere, dagli anni Settanta a oggi, tra diritti umani, identità culturale e l’industria del sesso. Le sale dei cinquecenteschi  Chiostri di San Pietro ospitano, invece, dieci esposizioni. Si inizia dalla mostra collettiva Sky Album. 150 years of capturing clouds a cura di Luce Lebart e Michelle Wilson,  sull’ infinita mutevolezza delle nuvole e si prosegue con altre mostre personali tra cui quelle del fotografo indiano, Arko Datto che porta all’attenzione dei visitatori l’ incombente  catastrofe delle migrazioni  climatiche e dei rifugiati nel territorio del delta del Bengala. In rassegna anche gli scatti  del fotografo veneziano Matteo de Mayda sulla tempesta Vaia e di  Jo Ractliffe  sul paesaggio sudafricano.

Un’opera fotografica di Arko Datto

Infine Bruno Serralongue testimonia chi si oppone all’abbattimento di oltre 4.000 metri quadrati di orti, a favore di nuove costruzioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Palazzo da Mosto ospita la committenza  affidata  a Karim El Maktafi sull’affascinante contesto delle “Aree Interne” e dell’Appennino Emiliano nello specifico, insieme ai due progetti vincitori della Open Call di Marta Bogdańska e Michele Sibiloni. Ad abbracciare il festival altri eventi collaterali. La splendida Villa Zironi, gioiello dell’architettura liberty, presenta la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci e Palazzo dei Musei Zone di passaggio (a cura di Ilaria Campioli), una riflessione sul tema del buio e della notte ispirato al lavoro di Luigi Ghirri. Collegata al festival la  Collezione Maramotti che propone la prima personale di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata. Oltre alle mostre un fitto calendario di appuntamenti accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali  del 26, 27, 28 aprile fino al 9 giugno. Arricchisce il festival il Circuito Off, l’evento collettivo e indipendente con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino. 

Redazione

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