Nel segno di Dürer. Il Castello del Buonconsiglio a Trento celebra con una grande mostra il centenario della nascita del museo
di Giuseppe MASSIMINI
Il Castello del Buonconsiglio a Trento per celebrare il centenario del museo, nato nel 1924, ospita la mostra Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all’Adige. Promossa dal museo del Castello del Buonconsiglio, in collaborazione con l’Università di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali e a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi (fino al 13 ottobre), racconta, per la prima volta in Italia, l’incontro tra Dürer e i nordici con l’arte veneta e italiana. A Dürer (1471-1528), figlio di un orafo ungherese trasferito a Norimberga, piaceva l’Italia. L’aveva visitata più volte. Due soggiorni a Venezia e nell’alta Italia (1494-95 e 1505- 07) gli permisero di conoscere e approfondire l’arte classica e rinascimentale. Ammirava Mantegna e Giovanni Bellini. Dürer scoprì Trento e il Trentino negli anni 1494-95, restando affascinato dalle atmosfere di quei luoghi che fissò in una serie di celebri acquerelli di largo respiro paesaggistico. Ad attrarre il maestro di Norimberga fu un Principato dove l’arte e le arti erano coltivate con grande passione e dove il Rinascimento veniva declinato in modo del tutto originale da artisti trentini e da “foresti” che vi giungevano perché chiamati dal prestigio e dalle committenze della corte dei principi-vescovi e delle élites economiche. La sua presenza in Trentino non passò certo inosservata tanto da poter stimolare gli artisti qui attivi a ripensare la loro arte dando vita, tra 1470 e 1530/40, a un originalissimo Rinascimento.
A prendere forma è uno stile nuovo, o meglio, l’insieme di tanti nuovi linguaggi, influenzati da artisti, opere, mode e modi che risalgono dall’Italia alla Germania, alle Fiandre e viceversa. Il Trentino e il Tirolo meridionale vantavano, infatti, alcune sedi episcopali (Bressanone e Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano poli attrattivi di prim’ordine. La mostra raccoglie un centinaio di opere tra disegni, acquerelli, incisioni e dipinti provenienti da grandi istituzioni museali. Ad affiancare le opere di Dürer (ci si incanta davanti allo splendido acquerello Il Castello del Buonconsiglio, dal British Musuem di Berlino, cosi come provoca una emozione unica l’Adorazione dei magi, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze) i lavori di altri artisti come Alvise Vivarini, Bartolomeo Dill Riemenschneider, Jorg Artzt, Max Reichlich, Michael Pacher, Girolamo Romanino, Dosso, Falconetto ed altri ancora. Un capitolo della mostra è dedicato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I, che dal 1512 prese Dürer al suo servizio e un altro alla figura del vescovo Bernardo Cles (1485-1539) promotore della costruzione e decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio. La sezione conclusiva è riservata alle opere diffuse nel territorio trentino testimonianze di stili di quel momento magico della storia dell’arte trentina ed europea al cospetto delle alpi.