Arte | La bella pittura di Rosita Sfischio

Arte | La bella pittura di Rosita Sfischio

di Giuseppe MASSIMINI

Ritratti, figure e paesaggi nella lunga carriera dell’artista pugliese

Una passione che non si è mai spenta; un amore per la pittura iniziata da subito e che nel tempo è diventata sempre di più una vera e propria professione parallela a quella dell’insegnamento di disegno e storia dell’arte. Da più di 50 anni Rosita Sfischio è sulla scena dell’arte, la sua biografia vanta numerose mostre in Italia e all’estero, sempre accompagnata da riconoscimenti, premi e attenzioni critiche. La storia dell’arte è la sua fonte di ispirazione e in particolare quella della prima metà del Novecento: da Donghi a Casorati senza trascurare l’impressionismo di Renoir e di Monet e la classicità di Dégas. Uno sguardo anche al realismo di Guttuso conosciuto durante i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Sono andato a trovarla di nuovo nel paese in cui vive, San Severo, in provincia di Foggia, la città che le ha dato i natali. Nello studio rivedo volentieri alcuni suoi lavori che sin dagli inizi hanno rivelato la predilezione per la figura femminile e per il paesaggio.

Alcune opere, tra dipinti e disegni, di Rosita Sfischio

Tra i vari quadri che colpiscono l’attenzione, una scena di danza di profonda intimità narrativa e Nudo,un olio su tela dipinto con una plasticità essenziale e con una efficace chiarezza delle campiture cromatiche. Appoggiato a terra, appena rientrato da una mostra, La calda estateun dipinto ad olio molto luminoso e sensuale. Nella pittura di paesaggio, invece, più che una realtà da scoprire è un sentimento nel quale rifugiarsi. Su una cassapanca disegni e tecniche miste. Sono soprattutto ritratti: alcuni arricchiti da una nota di colore, altri orlati di fiori o ricamati con un gioco di ombre leggere e altri ancora disegnati all’interno di cornici dai bordi azzurri. “Ogni ritratto, mi dice, è come un archivio di momenti perduti; è un diario privato portato in pubblico”. Il nostro colloquio viene interrotto da una telefonata che le propone di partecipare alla mostra Sintoniein programma al Museo Archeologico di Sezze. All’inaugurazione siamo tutti invitati.

Redazione

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