Mutina Splendidissima

Mutina Splendidissima

di Giuseppe MASSIMINI

Al Foro Boario di Modena, fino all’8 aprile, una mostra sulla città romana e la sua eredità.

Il Foro Boario di Modena ospita Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità” (a cura di Musei Civici di Modena e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Regione Emilia Romagna, fino all’8 aprile). La mostra, dedicata alla città sepolta di Mutina, l’antica Modena romana definita da Cicerone, “firmissima et splendidissima” racconta le origini, lo sviluppo e il lascito che la città romana ha trasmesso alla città moderna. Reperti, opere d’arte e preziose testimonianze provenienti da numerosi musei italiani affiancano ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina (le mura, il foro, l’anfiteatro, le terme, una domus) realizzate da Altair4 Multimedia. Coinvolgenti videoracconti fanno, invece, da contrappunto alla descrizione della città, dal periodo che precede la sua fondazione, avvenuta nel 183 a.c., alla sua decadenza nella tarda età imperiale.

Anfore e reperto archeologico

Molte le novità esposte per la prima volta al pubblico come le decorazioni parietali con scene figurate tracciate con pigmenti pregiati e stucchi a rilievo. Una sezione ricostruisce il profilo sociale, multiforme e variegato della città mentre, un’altra, attraverso dati geologici, archeobotanici e archeozoologici, ci permette di conoscere l’assetto ambientale di 2200 anni fa: alluvioni e terremoti che hanno profondamente mutato il paesaggio antico, soprattutto in coincidenza con la fine dell’impero romano e le invasioni barbariche, sono ora interpretati anche alla luce dei recenti fenomeni naturali che hanno profondamente colpito il territorio modenese e la pianura padana; un’altra ancora, dedicata al periodo tardo-antico e alto medioevo, affronta la sfida della continuità tra dimensione archeologica e dimensione storico-artistica. La seconda parte dell’esposizione approfondisce il tema dell’eredità. Ci si immerge in un coinvolgente itinerario tra opere d’arte e documenti, provenienti da diversi musei e biblioteche italiane, numerosi video e due ricostruzioni virtuali dedicate alle costruzioni presenti intorno al Duomo, nel periodo rinascimentale e alla perduta Galleria delle antichità di Francesco II in Palazzo Ducale. La costruzione del duomo romanico, ad opera dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo, costituisce il trait-d’union tra la città antica e quella moderna. La mostra, poi, si concentra sul periodo rinascimentale, quello in cui è più evidente il glorioso passato romano della città. Con gli anni che scorrono, tra Seicento e Settecento, ci troviamo di fronte a passioni collezionistiche e alla nascita della grande tradizione erudita legata al nome di Muratori, destinata a culminare nel primo Ottocento con la creazione del Museo Lapidario Estense. La precoce nascita di una cultura scientifico sperimentale a metà Ottocento e la fondazione del Museo Civico in epoca post-unitaria ci porta al recupero della città sepolta fino al progressivo affermarsi nel corso del 900 di una coerente politica di tutela e valorizzazione.

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *