Arte | Mantegna, padre nobile del Rinascimento

Arte | Mantegna, padre nobile del Rinascimento




di Giuseppe MASSIMINI

A Palazzo Madama di Torino il cammino del grande artista per rivivere l’antico e costruire il moderno




E’ dedicata al padre nobile del Rinascimento la mostra, Andrea Mantegna. Rivivere l’antico, costruire il moderno, aperta, fino al 20 luglio nelle sale di Palazzo Madama a Torino (a cura di Sandrina Bandera in collaborazione con Howard Burns e Vincenzo Farinella). Mantegna (Isola di Carturo, Padova 1431 – Mantova 1506) compie il suo apprendistato a Padova, tra il 1441 e il 1448, nella Bottega del pittore Francesco Squarcione. Nella sua formazione, fu senz’altro predominante la lezione degli artisti toscani attivi a Padova, tra tutti Paolo Uccello, e più ancora i rilievi di Donatello per l’altare della Basilica di S. Antonio.




Dai toscani apprese il gusto per il disegno e l’impianto prospettico approfondito dalla conoscenza delle opere di Piero della Francesca e del pittore fiammingo Rogier Van der Weyden conosciuti e ammirati a Ferrara tra il 1449 e il 1450. Per comprendere al meglio i temi e l’evoluzione della sua pittura non dobbiamo dimenticare l’amore per l’antico e il suo orientamento verso un classicismo di gusto archeologico che, importato da Padova, caratterizzerà la cultura della Corte gonzaghesca nella seconda metà del secolo. Nel 1460 Mantegna si trasferisce a Mantova. Con il suo arrivo alla Città dei Gonzaga si inaugurò il più lungo e continuativo rapporto di un artista del XV secolo con una corte signorile. Mantegna rimane a Mantova fino alla morte ricoprendo la carica di pittore ufficiale di corte al servizio di tre successivi membri della famiglia. Si assentò da Mantova soltanto in occasione di due brevi permanenze a Firenze e a Roma. Dai Gonzaga ebbe in cambio moltissime commissioni e grande gloria.

Da sinistra, Madonna dei Cherubini e Baccanale con Sileno (puntasecca) di Andrea Mantegna




La rassegna, articolata in più sezioni, presenta una visione completa dell’opera dell’artista disegnando allo stesso tempo il contesto storico e culturale con i suoi contemporanei. Il percorso della mostra è preceduto e integrato nella Corte Medievale di Palazzo Madama. Su grandi schermi, proiezioni multimediali invitano i visitatori ad immergersi nella vita, nei luoghi e nelle opere del grande maestro. Ecco la Camera degli sposi del Palazzo Ducale di Mantova, laCappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani di Padova, insieme ad altri capolavori inamovibili come il Cristo mortodella Pinacoteca di Brera di Milano, opera molto discussa per la sua moderna concezione compositiva e per l’audace scorcio del corpo. Il Piano Nobile di Palazzo Madama accoglie un centinaio di opere provenienti dalle più grandi collezioni del mondo. Di Mantegna la mostra vanta quaranta opere tra dipinti, disegni e incisioni a partire dalla Lunetta con Sant’Antonio e San Bernardino da Siena, proveniente dal Museo Antoniano di Padova, in dialogo con altri lavori realizzati dai maggiori protagonisti del tempo come Donatello, Paolo Uccello, Giovanni Bellini, Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Antonello da Messina e Correggio. Un’attenzione particolare della mostra è dedicata al ruolo di Mantegna come pittore di corte a Mantova, dove fu impiegato più volte come ritrattista. Ad incuriosire i visitatori alcune lettere autografe e preziosi volumi antichi a stampa e miniati.




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