Arte | Chagall, anche la mia Russia mi amerà

Arte | Chagall, anche la mia Russia mi amerà

di Giuseppe MASSIMINI

A Palazzo Roverella a Rovigo oltre 100 opere dell’artista raccontano il suo rapporto con la cultura popolare russa

Con il rientro della Regione Veneta in zona gialla, riapre a Palazzo Roverella a Rovigo la  mostra Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà (curata da Claudia Zevi e prorogata fino al 14 marzo al momento è visitabile dal lunedì al venerdì). Il titolo della mostra Anche la mia Russia mi amerà è ripreso dalle parole con cui si chiude Ma vie, l’autobiografia illustrata, che Chagall, all’età di 34 anni, pubblicò a Berlino all’inizio dell’esilio dopo l’addio alla Russia della rivoluzione. Ogni incontro con l’opera di Marc Chagall ci offre sempre l’opportunità di riscoprire un grande pittore dell’arte del XX secolo e di approfondire altri aspetti della sua produzione. Nel disegnare questa mostra, esemplare e nitida, la curatrice ha rivolto lo sguardo su l’influenza che la cultura popolare russa ha avuto su tutta l’opera di Chagall. Allo stesso tempo la mostra e il prezioso catalogo (Silvana Editoriale) ci accompagna lungo il cammino dell’artista: dagli anni vissuti in Russia fino all’esilio trascorso tra Parigi, l’America e il sud della Francia. Chagall nasce da una modesta famiglia ebraica. Ha una vita lunga e attiva. Ha vissuto quasi cento anni (Vitebsk 1887- Saint-Paul-de-Vence 1985).  Più di ogni altro pittore a lui contemporaneo si è sempre tenuto lontano dai movimenti dell’epoca.

Da sinistra, Il Gallo, L’ebreo in rosa, La Passegiata di Marc Chagall

A  cominciare dai fauves, dai cubisti e dal surrealismo nella cui area molti vorrebbero collocarlo. “Le ricerche dei cubisti non mi hanno mai appassionato … Io mi sforzo, coscientemente, di costruire un mondo dove un albero può significare altro, dove io posso immediatamente constatare di avere sette dita nella mano destra, ma cinque nella mano sinistra; insomma un universo in cui tutto è possibile…”. La famiglia, il paese d’origine, la vita dei contadini nella terra russa, i sogni della giovinezza, il rito e la tradizione ebraica, sono stati sempre da lui rivissuti, attraverso una lirica trasformazione del ricordo e della memoria. Da questo mondo i suoi dipinti senza tempo. Come favole congelate. Oniriche ma mai illogiche. Come angeli scesi dal cielo ingenui e sognanti. La mostra, narrata in più sezioni, si compone di oltre 100 opere, 70 dipinti e due straordinarie serie di incisioni: una illustra la sua autobiografia Ma vie, l’altra Le anime morte di Gogol, Tutte le opere esposte provengono dagli eredi dell’artista e da celebri musei. Ritroviamo alcuni grandi capolavori come La Passegiata, L’ebreo in rosa, Il matrimonio, Il Gallo, Il guanto nero. Lasceranno sicuramente i visitatori senza fiato.

Redazione

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