Anker e l’infanzia. Le opere dell’artista svizzero alla Fondazione Pierre Gianadda a Martigny

Anker e l’infanzia. Le opere dell’artista svizzero alla Fondazione Pierre Gianadda a Martigny

di Giuseppe MASSIMINI

Fino al 30 giugno la Fondation Pierre Gianadda a Martigny presenta la mostra Anker e l’Infanzia (a cura di Matthias Frehner in collaborazione Regula Berger). Sono passati vent’anni da quando la Fondazione presentò la prima retrospettiva di Albert Anker in Svizzera dopo quella organizzata a Neuchâtel nel 1910, subito dopo la sua morte. Ora questa  nuova esposizione si focalizza soprattutto sul tema dell’infanzia, un mondo ampiamente rappresentato dall’artista sicuramente segnato dalla perdita in tenera età di due dei suoi sei figli. Considerato uno dei principali esponenti dell’arte svizzera della seconda metà dell’ Ottocento, Albert Anker (Anet, Canton Berna 1831- 1910) dopo la maturità e gli studi di teologia a Berna nel 1854 si trasferisce a Parigi dove fu allievo del pittore Charles Gleyre. Nel 1855 si iscrive all’Ecole des  Beaux Arts e completa la sua formazione artistica. Dopo i rilevanti successi trascorsi  a Parigi ritorna  ad Anet e si occupa della vita politica, artistica  e sociale del suo paese.

L’école en promenade di Albert Anker

A partire dal 1870 si impegna a favore della costruzione del Musée des Beaux-Arts di Berna. Sensibile alla lezione degli impressionisti, in tutta la sua carriera raffigurò per lo più la vita rustica della sua regione natale con vivo senso del colore. La mostra, articolata in più sezioni, coinvolge per la selezione delle opere i principali musei svizzeri e prestigiose collezioni private. Prende avvio con una incursione narrativa di Anker sulla storia della Svizzera per concentrarsi, subito dopo, con più temi, sul mondo dell’infanzia scandito nei vari momenti della vita quotidiana. Con Enfants dans la nature (Bambini nella natura) entriamo nel cuore della rassegna. L’attenzione è rivolta al mondo della campagna bernese dove i bambini sono coinvolti nel lavoro contadino. Si prosegue con L’enfant mort (Il bambino morto) che affronta il dramma della mortalità infantile e con  Garde des enfants à la maison – Les tout-petits chez les grands-parents (Cura dei bambini in casa – I bimbi a casa dei nonni) che ci racconta la custodia dei più piccoli affidata agli anziani della famiglia, mentre le madri sono impegnate con gli uomini nel lavoro dei campi. A coinvolgere ancora il visitatore Frères et soeurs (Fratelli e sorelle) dove i  più grandi prestano attenzione ai più piccoli: l’artista li guarda e li rappresenta mentre dormono, leggono o si divertono giocando. Il percorso continua con Enfants dans la communauté (Bambini nella comunità). Anker, ispirandosi alla pittura olandese del XVII secolo, rappresenta con scene di genere i piccoli che partecipano gioiosi agli eventi tradizionali della comunità, dalle vendemmie alle feste paesane. Completa la mostra  Apprendre et jouer (Imparare e giocare). Alcune opere esemplari tra cui L’Ecole en promenade,1872 e La leçon de gymnastique, 1879 mettono in luce la gioia dei bambini durante l’attività scolastica svolta dentro e fuori le aule. 

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *