La fotografia è un ponte. Una mostra all’Istituto Centrale della Grafica a Roma celebra Strand e Zavattini

di Giuseppe MASSIMINI
Nelle sale luminose del piano terra di Palazzo Poli a Roma, sede dell’Istituto Centrale per la Grafica, un allestimento lineare, sobrio e discorsivo compone la mostra Strand–Zavattini. La fotografia è un ponte (a cura di Francesco Faeta, Maura Picciau e Silvia Trisciuzzi, fino al 20 luglio e successivamente dal 9 al 28 settembre). L’esposizione si inserisce nella recente acquisizione realizzata dall’Istituto nell’ambito del progetto Strategia fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La mostra racconta, attraverso 50 fotografie in bianco e nero e una selezione di documenti, di libri e di contributi audiovisivi, l’intenso rapporto di amicizia e collaborazione tra Paul Strand (New York, 1890 – Orgeval (Francia), 1976) maestro indiscusso della fotografia internazionale e protagonista della straight photography americana e Cesare Zavattini (Luzzara, 1902 – Roma, 1989), scrittore, pittore, sceneggiatore e regista, protagonista del Neorealismo italiano. L’amicizia tra il fotografo e cineasta statunitense e Zavattini (si conobbero nel 1949 al congresso internazionale di cinematografia di Perugia) fu immediata e profonda e si protrasse per il resto della loro vita. Questo impareggiabile rapporto di collaborazione portò alla nascita, nel 1955, del libro fotografico Un paese (Einaudi), pionieristico progetto di sociologia visiva di cui ricorre nel 2025 il settantesimo anniversario della pubblicazione.

Due sezioni della mostra, infatti, sono dedicate a Un paese realizzato a Luzzara, piccolo centro contadino della pianura padana appena uscito dalle ferite della Seconda guerra mondiale e luogo natale di Zavattini. In questo paese, dove soggiornò insieme alla moglie, Strand colse con sguardo profondo le vite e le storie degli abitanti, contribuendo a una narrazione umana e partecipata dell’Italia rurale del dopoguerra. La prima sezione raccoglie dieci stampe fotografiche realizzate da Paul Strand nel 1953, tratte dalla prima tiratura originale e donate a Cesare Zavattini. Alcune inedite, altre testimoniano il momento in cui il fotografo sperimentò l’uso del piccolo formato, esplorando nuove soluzioni espressive. La seconda propone tredici scatti di Arturo Zavattini, figlio di Cesare, che nel maggio del 1953 ritrasse il padre insieme a Strand. Arturo, allora giovane fotografo, fu testimone diretto e partecipe di quella intensa esperienza creativa che racconta in un filmato in mostra, restituendo l’emozione dell’incontro con il grande maestro della fotografia. Cuore della mostra Portfolio Four di Paul Strand presentato nella sua forma editoriale completa. Pubblicato postumo dalla Fondazione Strand-Aperture nel 1981, si compone di dieci stampe fotografiche realizzate dal1950 al 1973. Rappresentano ritratti e paesaggi dell’Italia, della Francia, dell’Egitto e delle Isole Ebridi. Da corona, al centro della sala, documenti d’archivio, oltre al dattiloscritto con correzioni autografe di Zavattini e il carteggio tra lui e la Fondazione Strand.