Rinascimento a Ferrara: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa a Palazzo dei Diamanti

Rinascimento a Ferrara: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa a Palazzo dei Diamanti

di Giuseppe MASSIMINI

Più di 100 opere provenienti dai musei di tutto il mondo riunite per la mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de Roberti e Lorenzo Costa, aperta fino al 19 giugno nel  restaurato Palazzo dei Diamanti a Ferrara (a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Dianieli). Oltre alla qualità altissima delle opere esposte, la mostra ha il merito di far luce sulla fertile e ricca stagione del Rinascimento estense che Roberto Longhi definì “Officina ferrarese”. I due protagonisti sono affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio a loro contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Niccolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiscono il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offrono una sponda di dialogo lungo tutto il percorso espositivo.
Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara, c. 1450 –1496)  operò a più riprese tra Ferrara e Bologna, dove lasciò un’impronta profondissima, per poi trascorrere l’ultimo decennio della sua vita alle dipendenze della corte. Fu Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova, 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l’eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura maturò una maggiore morbidezza  e  una classicità più distesa. Leonardo e Perugino imponevano una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga. La carriera di Ercole de’ Roberti è scandita in mostra da oltre venti opere  dagli esordi alla compiuta maturità.

Da sinistra, Dittico Bentivoglio di Ercole de’ Roberti e Madonna con il bambino di Lorenzo Costa

Tra le prove giovanili i luminosi ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio dipinti in un sontuoso dittico, capolavoro della ritrattistica rinascimentale. Tra quelle dell’ultimo decennio il  dittico della National Gallery di Londra appartenuto alla duchessa Eleonora d’Aragona, le tavole con la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia. Ad arricchire questa sezione i pannelli con Porzia e Bruto dal Kimbell Art Museum di Forth Worth ricongiunti a quelli con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.
Non meno ricca la selezione di lavori di Lorenzo Costa. Si passa dalle opere del periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti, ad una sintesi di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Una serena e luminosa Sacra famiglia dal Museo di Toledo in Ohio ci consegna un Costa di un nitido e pacato classicismo.  A documentare il periodo mantovano la Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale  del Minneapolis Institute of Art e la pala eseguita nel 1525 per la chiesa di San Silvestro dove dieci anni più tardi il maestro ferrarese sarebbe stato sepolto. La mostra ha il suo prologo ideale a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordisce nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre. 

Redazione

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