Kandinsky e la nascita dell’arte astratta

Kandinsky e la nascita dell’arte astratta

In mostra al Centro Culturale Candiani di Mestre (Venezia) 40 capolavori del 900 internazionale e italiano

di Giuseppe MASSIMINI

Record di visitatori per la mostra Kandinsky e le avanguardie. Punto, linea e superficie in corso fino al 21 Febbraio al  Centro Culturale Candiani di Mestre, Venezia. La rassegna, a cura di Elisabetta Barisoni, presenta oltre 40 capolavori fra dipinti, opere su carta e sculture, del Novecento internazionale e italiano. Racconta l’affascinante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro contemporaneo. La mostra muove da Punto, linea e superficie, titolo di un celebre scritto da  Kandinsky nel 1926 e divenuto ben presto uno dei testi capitali della moderna teoria dell’arte. La prima sezione “La nascita dell’astrazione”, prende avvio dal desiderio dell’artista verso una totale indipendenza dalla natura per un astrattismo lirico formato “su solide basi filosofiche e su profonde affinità con il linguaggio della musica”. Al lirismo del periodo monacense (a Monaco giunse in pieno periodo jugendstil) Kandinsky sostituì un’esplorazione più sistematica delle forme geometriche, accumulate nella composizione con incessante forza inventiva. Alle opere di Kandinsky, ben nove in esposizione, tra cui Zig zag bianchi del 1922, si uniscono quelle di Paul Klee, ben rappresentato da un numero di sette opere e di altri autori che si avvicinarono al Movimento Artistico Der Blau Reiter (Cavaliere Azzurro) fondato da Kandinsky nel 1912 insieme a Franz Marc. La mostra prosegue con un’altra spettacolare sezione “Le avanguardie tra  astrazione e Surrealismo”.  Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, durante gli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Yves Tanguy, Victor Brauner e Antoni Tàpies, la scultura astratta di Jean Arp, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini e le forme musicali di Luigi Veronesi.

Da sinistra Zig Zag bianchi di Kandinsky e Europa 1950 di Emilio Vedova

Ancora una volta il maestro russo è in relazione con numerose correnti stilistiche non figurative che nascono durante gli anni venti, nel momento in cui Parigi è crocevia di gruppi che ripensano la creazione a partire dall’astrazione. “Astrazione nel secondo dopoguerra” è il tema della terza sezione della mostra. Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico. Da Emilio Vedova a Mario Deluigi, da Giuseppe Santomaso a Tancredi, da Roberto Matta a Karel Appel fino a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano a metà tra informale, suggestione lirica e gestuale. Chiude la mostra “La scultura verso il minimalismo”, a testimoniare la persistenza del dialogo tra astrazione e biomorfismo verso gli anni Cinquanta. Tutte le opere esposte provengono dalle raccolte di Ca’ Pesaro (Galleria Internazionale d’Arte Moderna) acquisite dal Comune di Venezia in occasioni di Biennali o donate dagli stessi artisti premiati o da mecenati e privati. Con vere e proprie riscoperte come Europa 1950 di Emilio Vedova e Luci nel bosco di Luciano Minguzzi.

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *