Da Parmigianino a Kentridge. A Palazzo Poli a Roma una grande mostra di opere grafiche.

Da Parmigianino a Kentridge. A Palazzo Poli a Roma una grande mostra di opere  grafiche.

di Giuseppe MASSIMINI

Tra le tante mostre che arricchiscono il calendario espositivo della capitale merita attenzione Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge in corso fino al 23 marzo all’ Istituto centrale per la grafica, Palazzo Poli, a pochi passi dalla Fontana di Trevi. La mostra, realizzata per celebrare il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto, nato nel 1975 dall’unione della Calcografia Nazionale di eredità pontificia e del Gabinetto Nazionale delle Stampe, raccoglie circa 60 opere, recentemente entrate a far parte delle collezioni dell’Istituto, che ripercorrono un arco temporale di oltre 500 anni di storia dell’arte tra disegni, matrici e incisioni, fotografie, video e libri d’artista. “E’ il racconto, spiega Maura Picciau, direttrice dell’Istituto centrale per la grafica, di un museo in movimento, in cui negli ultimi tre anni sono arrivate molte opere. Sono infatti decine gli oggetti e le opere d’arte che sono pervenute all’Istituto, ad arricchire la nostra già ampia collezione.” Ad accogliere il visitatore, al primo piano dell’edificio, un prezioso disegno del Parmigianino, Dormizione e Assunzione della Vergine, acquisito dopo un fermo all’esportazione. Lo sguardo si ferma poi sulla Veduta del tempio di Vesta a Tivoli, di Caspar Van Wittel, un grande disegno realizzato a penna e inchiostro acquarellato.

Da sinistra Veduta del tempio di Vesta a Tivoli di Caspar Van Wittel e Presenza grafida di Alexander Calder

Da controcanto alcune acqueforti su zinco di Giovanni Fattori, tecnica a cui si dedicò l’artista in età matura e da autodidatta con esiti altissimi. Apre il XX secolo, entrando per la prima volta nelle collezioni dell’Istituto, Umberto Boccioni conUomo seduto, piccola incisione del 1907 mai esposta prima d’ora. Degli stessi anni un prezioso disegno a matita e tempera acquarellata di Egon Schiele a cui fanno eco i lavori di Arturo Martini e di Duilio Cambellotti. Impossibile trascurare le otto lastre a puntasecca di Mario Sironi, realizzate con una tecnica leggera e veloce e i 17 disegni a tempera su carta, Il naufragio dei pulcinelli, di Fabrizio Clerici. Non mancano in mostra nemmeno i lavori provenienti dalla storica stamperia romana 2RC. Spiccano Cretto C di Alberto Burri, del 1971 e le complesse e colorate matrici di Alexander Calder. Un’ intera parete della mostra raccoglie il bozzetto su carta di oltre 11 metri realizzato da William Kentridge per l’imponente Triumphs & Laments Frieze II sui muraglioni del Tevere. E ancora opere di Tomaso Binga, Giuseppe Penone e Nunzio con un pastello su carta giapponese del 2019. Al piano terra ampio spazio dedicato alla fotografia a partire dai ritratti e dalle vedute della città di Livorno del 1933 di Bruno Miniati. Chiude la mostra la sezione dedicata ai libri d’artista.

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *